Ormai lo sanno anche i muri: dal 1° gennaio 2019 si parte con la fatturazione elettronica per tutte le operazioni tra soggetti passivi IVA (B2B) e per le cessioni di beni verso privati consumatori (B2C).
Di sicuro, la novità ha un impatto non di poco conto per le piccole e medie imprese italiane che dovranno gestire i flussi delle fatture attive e passive con un nuovo strumento. I fautori del digitale sostengono che i risparmi collegati all’abolizione della carta supereranno le aspettative: si pensi, ai costi collegati alle risme di carta, toner, spazio dedicato agli archivi dei documenti contabili (in ottemperanza agli obblighi del codice civile, da conservare per 10 anni..), tempo dedicato dal personale che a vario titolo maneggia la carta, etc. E’ del tutto evidente, che tali margini di risparmio crescono se si passa al digitale per tutta la gestione aziendale. Il mero obbligo normativo, ha imposto dal 2019 la fatturazione elettronica (FE); a tal obbligo si affianca la possibilità di non stampare più i registri IVA (semplificazione introdotta dalla legge 172/2017 di conversione del DL 148/2017). E’ chiaro che se si scegliesse, su base volontaria, di non fermarsi alla sola FE ma di digitalizzare tutti i processi aziendali (tenuta contabilità, gestione ordini clienti/fornitori, etc.) i risparmi sarebbero esponenziali.
Sono invece di tutt’altro avviso i colleghi affezionati e abituati ad usare la carta, che vedono in questa “rivoluzione” digitale solo un nuovo adempimento, un nuovo modo di gestire le fatture che alla fine gli farà perdere del tempo in più, per non parlare del costo dell’aggiornamento del software gestionale!!
Che voi siate “cartari” o digitali sappiate che dal 1° gennaio 2019 la fatturazione elettronica CE TOCCA!! Infatti, nonostante in molti pensino che alla fine arriverà una proroga, resta un dato che l’Italia, per prima in Europa, ha avviato tale processo promettendo di recuperare maggior gettito dall’operazione: infatti, l’Agenzia delle entrate avrà a disposizione in tempo reale tutti i dati delle fatture clienti/fornitori e sarà più semplice e rapido colpire chi, ad esempio, detrae l’IVA sugli acquisti e non versa l’IVA a debito, finanziandosi di fatto con l’IVA incassata dal cliente, a danni delle casse dello Stato.
Se la stragrande maggioranza delle società saranno coinvolte dalla novità della FE dal 2019, alcuni soggetti hanno già dovuto iniziare ad emettere fatture elettroniche dal 1° luglio 2018: parliamo dei soggetti subappaltatori o subcontraenti di imprese che operano con un contratto di appalto con la pubblica amministrazione mentre è arrivata last minute (DL 28 giugno 2018, n. 79) la proroga al 1° gennaio 2019 per le cessioni di carburante.
Pertanto, tra società virtuose che hanno già scelto volontariamente di emettere FE dall’anno in corso e altre obbligate per legge ad emettere FE dal 1° luglio 2018, può capitarci di ricevere file in formato xml, ossia fatture fornitori da dover decifrare o meglio, convertire, per poter leggere (in primis) e registrare ai fini IVA.
Inoltre, con l’avvio della fatturazione elettronica potrebbe anche capitare di ricevere sulla propria casella PEC messaggi con allegati file fattura che presentano estensione .xml.p7m.